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La barba del faraone Tutankhamon

Cent’anni fa la scoperta della tomba di Tutankhamon, nel 2015 il restauro della sua maschera d’oro grazie agli adesivi Henkel

Adesivi Industriali 29 nov 2022
La barba del faraone Tutankhamon

l 2022 è un anno speciale per l’archeologia, in particolare per l’egittologia: ricorre infatti il 200° anniversario della decifrazione della stele di Rosetta da parte di Jean-François Champollion, e il centenario della scoperta della tomba di Tutankhamon.

Faraone della XVIII dinastia, Tutankhamon è una delle figure più famose della storia dell’antico Egitto e, a distanza di secoli, alcuni misteri che circondano la sua vita non sono stati ancora del tutto chiariti. Anche le vicende che portarono a localizzare la sua sepoltura continuano ad appassionare e incuriosire.

Già dal 1917 l’archeologo britannico Howard Carter era nella Valle dei Re per una campagna di scavi che, contando sui finanziamenti di Lord Carnarvon, aveva l’obiettivo di trovare le tombe ancora ignote del faraone Akhenaton e di suo figlio Tutankhamon. Dopo cinque anni senza risultati, sul punto di abbandonare l’impresa, all’inizio del novembre 1922 le squadre di Carter videro affiorare dalla sabbia un gradino e, da qui, una scala che scendeva fino alla porta di una necropoli ancora perfettamente sigillata.

Lord Carnarvon partì immediatamente per l’Egitto e riuscì ad assistere all’apertura della porta, poche settimane dopo. Carter aprì una piccola breccia per ispezionare l'interno e capì che il corredo funerario era intatto. Pur non avendo in quel momento la certezza che fosse la tomba di Tutankhamon, l’egittologo intuì di essere di fronte a una delle più grandi scoperte archeologiche realizzate nella valle dei Re. Celebre la sua risposta, quando Lord Carnarvon gli chiese se vedesse qualcosa di particolare dal foro: “Sì, cose magnifiche”.

L’apertura della tomba fu il primo passo di un enorme lavoro di catalogazione dei reperti e dei manufatti trovati all’interno. Verso la fine del febbraio 1923 le squadre entrarono nella stanza dove si trovava il sarcofago di Tutankhamon: la notizia fece il giro del mondo, accendendo l’interesse verso l’antico Egitto e i suoi tesori.

Il sarcofago fu aperto l’anno seguente, nel febbraio 1924, rivelando all'interno la mummia intatta del “faraone bambino”, salito al trono a soli 9 anni e morto poco dopo averne compiuti 18. La mummia era contenuta in un sarcofago d'oro massiccio pesante circa 110 kg, con il volto coperto da una maschera anch’essa d'oro massiccio.

La barba del faraone Tutankhamon

«Diedi l'ordine. Fra il profondo silenzio, la pesante lastra si sollevò. La luce brillò nel sarcofago. Ci sfuggì dalle labbra un grido di meraviglia, tanto splendida era la vista che si presentò ai nostri occhi: l'effige d'oro del giovane re fanciullo»

Howard Carter, 1924



Tutto quanto fu ritrovato all’interno della tomba e del sarcofago fu trasferito al Museo Egizio del Cairo, dove tuttora è conservato. Ed è proprio qui che entrano in scena gli adesivi Henkel.

Un restauro frettoloso, serve un intervento urgente

Durante un intervento di pulizia, nel 2015 la maschera d’oro del faraone Tutankhamon cadde accidentalmente e la barba si staccò di netto. Il preziosissimo reperto fu sistemato con un collante epossidico, ma l’operazione non lasciò soddisfatti i curatori del museo, che chiesero la consulenza di Christian Eckmann, esperto del Römisch-Germanisches Zentralmuseum di Mainz.

Saputo che l’uso improprio di un collante aveva danneggiato la celebre maschera, Dirk Kasper, specialista Henkel in adesivi hotmelt, si mise in contatto con l’equipe di Eckmann per offrire supporto. Invitato a esaminare il reperto, il collega Rainer Schönfeld riferì: “La barba era stata fissata erroneamente con un collante epossidico. Abbiamo molta esperienza con questa tecnologia e sappiamo trattare questo tipo di resine”.

Il team Henkel fece un’analisi dettagliata e definì come rimuovere la colla senza danneggiare la maschera e senza lasciare residui. In parallelo, fu sviluppato un adesivo alternativo per fissare la barba in modo efficace e accurato, sopportando anche le condizioni e le temperature di conservazione del reperto, nonché le vibrazioni e le sollecitazioni in fase di trasporto. Il nuovo composto fu elaborato combinando misure e rilevazioni fisiche, modelli 3D e test applicativi avanzati.

“Sviluppare adesivi ad alte prestazioni è il nostro lavoro, ma questo progetto è stato estremamente sfidante per l’intero team. Siamo davvero orgogliosi che un adesivo hotmelt di Henkel abbia contribuito al restauro della maschera dorata di Tutankhamon”, spiegò Kasper.

Il restauro, durato complessivamente otto settimane, restituì al Museo e al mondo uno dei più importanti reperti che l’egittologia abbia finora portato alla luce.

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